Cuori di bue. Tanto attesi, tanto sospirati per tutto l’inverno. Tanto sognati, quando gli unici pomodori in giro erano pallidi e insapori. Tanto desiderati, per il loro spirito estivo e allegro, che portano in tavola a ogni primavera.
E, finalmente, eccoli qui. I cuori di bue.
Rosati, che si dipingono di verde, e poi di arancio, e infine di rosso maturo. Ma rimangono pur sempre rosati. Rosati nel cuore: in quella loro polpa succosa, ma vellutata. Una polpa corposa, soda, che ben si figura sotto il palato, nel momento in cui si pensa al loro nome specifico.
Cuori di bue.
Che sapore potrebbe avere il vero cuore di un bue? Certo, non quello di un pomodoro. Forse un po’ la forma la potrebbe ricordare… ma neanche troppo. La consistenza, però, quella sì: deve essere proprio la stessa.
In fin dei conti, li si aspetta per questo. Non per il loro carattere gioviale (non sono particolarmente chiacchieroni), ma per la polpa rosata e soda. Perfetti in insalata, perfetti con la bufala campana a fette. Perfetti con una semplice fetta di pane. Magari anche di segale. Aromatico lui, aromatica lei: cuore di bue e segale; segale e cuore di bue. E le sfumature di colore si mescolano insieme ai loro sapori: si sente l’estate e il sole, con un ricordo ombroso di sottofondo.
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