Il vino a parole
Vino gioioso, allegro, morbidamente fruttato. Un compagno di viaggio per la ghiotta cucina emiliana, capace di rinfrescare anche il ragù più ricco e saporito. Spumoso nel momento in cui si adagia nel calice, corposo e rotondo fino alla fine. Un inno all’estate godereccia e contadina della campagna padana, insomma.
Il Lambrusco di oggi conta ben otto varietà, almeno dieci denominazioni e un area geografica di vigneti che va dall’Emilia al limitare della Lombardia. C’è ampio spazio di scelta tra varianti diverse l’una dall’altra. Modena e Reggio sono i luoghi principali di produzione, ma i vitigni che hanno il nome di “Lambrusco” sono tredici. Curioso è il vero e proprio “miscuglio” di varietà presenti in questi, dovuto a una passata contaminazione tra uve diverse, che usava farsi per favorire la collaborazione nella vinificazione. Un po’ di una, un po’ dell’altra: si combinavano e si completavano l’una con l’altra. In breve: vigneti misti.
La fermentazione del Lambrusco è particolare, a causa della mancanza di azoto dei terreni di coltivazione, che non fa trasformare completamente gli zuccheri in alcol. In questo modo, il processo termina nella bottiglia, conservando la caratteristica “spuma” dalla fragranza fruttata, che spunterà al contatto col bicchiere.
L’invecchiamento è di circa due anni, fino a un massimo di sette. Si beve frizzante, a non meno di 10°: con le temperature elevate, i toni intensi e gli aromi dolci e morbidi si esibiscono a dovere. Il sapore è secco, ma con quel ricordo di frutta campestre che riemerge nella spuma.
Abbinamenti
Ragù di carne
Si associa a quegli elementi che rendono il ragù speciale, valorizzando gli aromi, e rinfrescando gli eccessi di grassezza. Merito della sua caratteristica effervescenza rotonda.
Torte di verdure, come l’erbazzone emiliano
Le versioni leggiadre del Lambrusco si sposano con la delicata mineralità di spinaci ed erbette fresche di campo.
Piatti vegetariani, con erbe e legumi
Il ricordo di terra e di campagna permette di valorizzare le componenti vegetali, soprattutto i legumi corposi e le foglie ricche di minerali.
Etichette degustate dalla Risolartista
Folicello 2020 – L’Amabile Lambrusco
Il colore
Ciliegie mature, di metà giugno: i “duroni” succosi, con sfumature dal porpora al violaceo. Liquido trasparente, ma non troppo: spremete una ciliegia e ne avrete un’idea.
Il profumo
Subito si sentono le fragole, mature, ma con una nota aspra e pungente. Poi, sopraggiunge l’arancia tardiva, quella rossa sanguinella, di fine stagione: anche lei acidula di buon grado. La macedonia continua con la ciliegia profonda e intensa, seppur smorzata dal resto. Una punta di melagrana emerge in fondo, assieme a un che di violetta e, forse, un ricordo di scarpe di cuoio.
Il gusto
La ciliegia domina gli aromi, confermando il colore purpureo. Note terrose e mediamente tanniche contornano il fruttato, alternandosi al succo di arancia tarocco, particolarmente matura e pungente. Amabile, ma grintoso, come quei frutti portati al culmine della maturazione, che già sono pronti a degradare verso l’eccesso…
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