E i suoi Zuppalatte da inzuppare nel Grifo Latte
La Risolartista in versione lacustre trova sotto casa dei biscottoni così pittoreschi, da farle quasi venire voglia di sostituirli al risolatte mattutino. Si parla degli Zuppalatte lunghi lunghi, racchiusi in una bella confezione azzurra, altrettanto lunga lunga.
Ciò che li rende speciali non sono solo i biscotti in sé, ma anche il contenuto della ciotola in cui vengon inzuppati…
Gli Zuppalatte, infatti, sono veramente buoni solo se inzuppati… nel Grifo Latte! (Fa anche rima)
Motivo per cui possono considerarsi biscotti pittorescamente adatti a un’artista solo sulle rive del Trasimeno, dove li si può tuffare in litri e litri di latte Grifo.
Per chi non lo conoscesse, il latte Grifo è il latte di ogni perugino che si rispetti. È il latte delle mucche di Col Fiorito, che pascolano allegre a due passi da Perugia. È il latte dal grifone come stemma, che ricorda il simbolo della suddetta città. È il latte che, per la Risolartista (e per ogni altro spirito etrusco e perugino) sa proprio di casa.
Nel suo inconfondibile cartoccio rosso (per la versione parzialmente scremata) con il grifone sul davanti, il latte Grifo è l’ingrediente essenziale per rendere speciali sia i biscottoni in questione, sia l’irrinunciabile risolatte. Quest’ultimo, infatti, malgrado la tentazione di mangiare Zuppalatte anche al mattino, rimane una necessità artistica irrinunciabile. Tanto più, visto che con il latte perugino viene ancora più buono…
I biscotti Zuppalatte, dunque, sono destinati a diventare il dopo pranzo prediletto dalla Risolartista in vacanza al lago. In effetti, le si addicono proprio nella loro curiosa forma allungata e dal bordo frastagliato (come fosse lavorato da un artigiano), ma anche nel colore. Dorato, come il miele millefiori di girasole prodotto nei colli circostanti. Dorato, come diventa il ciuffo dell’artista quando è illuminato dal sole estivo. E, poi, quegli Zuppalatte hanno un che di pittoresco nel sembrare i biscottoni di una volta. Biscottoni che si inzuppavano nelle case di campagna, nel latte fresco appena munto. Biscottoni che le fanno sognare a occhi aperti simili immagini bucoliche, mentre è seduta al tavolo della sua cucinina lacustre…
La vita della Risolartista al lago, in fondo, è una vita ancor più pittoresca e curiosa di quella cittadina. E dal sapore campestre, in aggiunta.
Le giornate cominciano anche qui con il suo yoga mattutino, baciato dal sole, dorato almeno quanto gli Zuppalatte. Un sole che compare pian piano da dietro i colli, e che la saluta dalla finestra della cameretta. In quel momento, è tutto un tripudio di colori: le pareti gialle della stanza si accendono ai raggi dell’alba, accompagnati dalle tinte fragola del letto, e dal verdolino pastello del restante mobilio. Le scorpacciate di colore cominciano fin dall’inizio del mattino…
Poi, ci si dà al risolatte per colazione, e dunque subito a spasso, a gironzolare sul lungolago. È l’ora di riempirsi gli occhi di azzurri e verdi: il Trasimeno regala sempre una tavolozza diversa, che cambia con le stagioni, e anche con i giorni.
Fatta anche la passeggiata, è il momento della spesa. E spesa, a San Feliciano, significa prima di tutto Bussolini: il supermercatino sotto casa in cui soddisfare ogni richiesta più pittoresca.
Anche l’impensabile la Risolartista è capace di trovare da Bussolini; basta guardare nell’angolino giusto dell’ scaffale, e persino l’Aglione della Valdichiana (un prodotto rarissimo) sa essere pronto lì all’acquisto!
Il supermercatino citato, oltre che luogo di rifornimenti gastronomici abituale, è anche terreno di chiacchiere. Chiacchiere con le signore commesse, che rivedono nell’artista la nipotina di quella che fu un tempo la cara Signora Nicoletta. Chiacchiere con qualche curioso paesano che non manca mai di diffondere pettegolezzi. Chiacchiere con il Gatto Grifolatte che (chissà perché…) si aggira sempre attorno al reparto frigo, assicurandosi che sia ben rifornito di latte. Va da sé che Bussolini è il posto migliore in cui fare scorte di Zuppalatte e latte Grifo bello fresco…
Se il supermercato è tappa fissa, altre tappe altrettanto frequenti sono il furgoncino dell’ortolano, il signor Sergio, e il negozietto dei Pescatori del Trasimeno. Presso il primo, l’artista compone le sue tavolozze di frutta e verdura in forma di borse (sempre troppo piene e pesanti…), accompagnate da un’altra buona dose di chiacchiere. Nel secondo, invece, la conversazione è un po’ più breve (altrimenti si forma la fila…), ma finisce sempre con un sacchetto pieno di filetti di pesce lacustre, e con la Gatta Ittica che le miagola al seguito affamata…
Capite bene che piuttosto spesso almeno uno di quei pescetti appena pescati e acquistati venga accidentalmente lasciato nei dintorni, per il pranzo di una certa micetta nera molto tenera e carina…
La Risolartista sul Trasimeno, sbrigate tutte le sue spese, si infila uno dei suoi vestitini fioriti (ancor più fioriti e colorati del solito), e se ne esce con il suo blocco da disegno. Ispirata dall’aria di lago, e da quell’aroma di braci più unico che raro, si mette all’opera a creare.
Acquerelli, soprattutto. Acquerelli che scivolano fuori dal pennello mentre è seduta al tavolino del bar sul lungolago.
Non capita di rado che, mentre è tutta intenta a disegnare, qualche profumino di cucina cominci a stuzzicarle il nasino. Automatica è l’idea di combinare qualcosa di creativo anche in cucina…
Tra le opere gastronomiche che sforna nella casetta lacustre c’è ovviamente il pane (sempre con il lievito madre), che qui viene molto bene grazie alla farina magica in vendita solo dal caro Bussolini. Poi, però, capita che si cimenti in cose tipiche locali, come la torta al testo; oppure aiuta la Mamma Monica a fare qualche plumcake fruttato. Plumcake alle more, ad esempio… visto che è il periodo giusto in cui raccoglierle.
Proprio le more di rovo colorano i pomeriggi (e le mani) della Risolartista lacustre. Quando si fa quasi sera, e il sole è un po’ meno rovente, prende la sua biciclettina bianca a fragole rosse, e pedala in direzione dei campi.
Tra le sue mete predilette ci sono i rovi di more che spuntano un po’ ovunque andando verso Torricella. Inevitabile è la sosta a riempirne almeno un barattolino…
Il tramonto dell’artista, se non è passato in bici, è a zonzo per i colli dietro casa. L’estate regala colori nuovi, completamente diversi dalle altre stagioni. Il caldo non manca, ma i colpi d’occhio valgono il rischio di squagliarsi…
Ed eccola lì, la Risolartista appena prima di cena, ferma in cima alla collina, con gli ulivi argentei carichi di frutti attorno. Eccola lì, incantata, ad ammirare i capolavori che l’ultimo sole del giorno sa dipingere.
Ogni tramonto è una pozza di succo d’anguria in cui viene tramutato il Trasimeno. Ogni tramonto è una profusione di aromi di fieno, di legna e di campagna, che si mescolano alle tinte argentate delle foglie d’ulivo. Ogni tramonto, poi, colora i colli secchi di quello stesso oro dei biscottoni Zuppalatte. Se il lago non fosse infuocato, si potrebbe dire che i colli-Zuppalatte si inzuppino in un Trasimeno… pieno di Grifo Latte!
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