Ogni mattina, nel viottolo che conduceva dalla piazza al lungolago, avveniva un evento curioso.
Ogni mattina, se vi fosse capitato di percorrere tale viottolo, vi sareste ritrovati spettatori di una storia d’amore felino.
Il primo protagonista, o meglio “la protagonista”, era la Gatta Ittica.
Tutti i giorni, passata l’ora di colazione (dunque verso le nove e mezza), lasciava la sua casetta al limitare del paese, per zampettare in direzione della piazza. Come ogni signora paesana che si rispetti, impiegava la prima parte della mattinata a fare la spesa.
Fare la spesa, a San Feliciano, come penso ormai abbiate capito, significava fare visita all’unico supermercato nel raggio di svariati chilometri… il caro Bussolini. Tale era la destinazione della passeggiata della gatta nera, che si inoltrava tra gli scaffali, diretta verso un reparto in particolare.
Il reparto del pesce in scatola, ovviamente.
Giunta a destinazione, riempiva il suo carrello di scatolette di tonno dalla confezione color del lago (le preferite dei Gatti sanfelicianesi). Ne prendeva di ogni tipo: da quello all’olio d’oliva, a quello al naturale. Qualche volta, poi, si concedeva anche un paio di scatolette di sgombro, e magari anche una confezione di merluzzo surgelato…
Fatta la spesa, e pagato il conto (non si sa bene con cosa…), se ne andava in direzione dell’Ittica, per prendere servizio come di consueto.
Per poter raggiungere l’Ittica, doveva percorrere il viottolo che collegava la piazza e il lungolago. Era in quel breve zampettare tra le case, che avveniva il fatidico evento.
Nel momento in cui la Gatta Ittica iniziava a percorrere il viottolo, il sesto senso (molto fino) di un altro felino si attivava, inducendolo ad abbandonare la colazione che si stava gustando.
Era il Gatto Nerone: un gatto domestico che abitava proprio dietro alla porta che si affacciava al centro del suddetto viottolo.
Se siete stati innamorati almeno una volta, saprete come si dovesse sentire. Non solo: giustificherete (e supporterete) a pieno quel suo curioso comportamento di gatto nero innamorato, troppo timido per dichiararsi alla sua “bella gatta nera”.
Ebbene, il Gatto Nerone, appena percepiva l’arrivo di Ittica che faceva capolino in cima al viottolo, si lanciava giù dalla seggiola su cui era pigramente seduto a mangiucchiare i suoi cereali, prendeva una ciotola di frutta, e la trascinava fuori dalla porta.
Non dovete immaginarvi un gatto particolarmente atletico nel fare tutto ciò. Anzi, il Gatto Nerone era un esemplare di gatto nero ben tornito e rotondetto; colpa della sua padrona, che lo rimpinzava di ogni tipo di delizia che cucinava. Inoltre, essendo un gatto domestico, non aveva motivo di correre di qua e di là alla ricerca di cibo, e non gli era richiesto neppure di fare il cacciatore di topi. Di conseguenza, passava le sue giornate seduto in poltrona, a dormicchiare, oppure a fare compagnia alla sua umana che cucinava tutta indaffarata.
Tuttavia, nel momento in cui sentiva la Gatta Ittica in arrivo, diventava (quasi) un gatto da corsa. Vi basti sapere che, prima che questa avesse raggiunto la metà del viottolo, il Gatto Nerone era già fuori dalla porta ad aspettarla.
Era già lì, sulla sua seggiola “da esterno”, come chiamava quella seggiola bassa, fatta su misura per lui, che rimaneva fuori con qualsiasi tempo atmosferico.
Era già lì, con la sua ciotola di pesche e prugne, convinto che questa potesse servire ad attirare l’attenzione. Convinzione basata sul fatto che lui stesso era ghiotto di frutta, e si sarebbe volentieri fermato davanti a qualsiasi portone di casa che avesse avuto sullo zerbino un piatto pieno di pesche o prugne…
Tuttavia, la strategia del Gatto Nerone, non sembrava sortire gli effetti sperati.
Ogni mattina, la Gatta Ittica percorreva il viottolo, raggiungeva la porta nel centro, e superava la seggiola su cui c’era il povero innamorato, senza degnarlo neppure di uno sguardo.
Tale situazione, si ripeteva identica ormai da settimane, senza che si potesse vedere alcun miglioramento. Il Gatto Nerone, però, in modo decisamente “storico”, perseverava nel suo tentativo di attirare l’attenzione. Prima o poi, Ittica si sarebbe fermata…
Era un peccato che il Gatto Nerone non avesse il dono di percepire anche cosa stesse pensando la sua amata gatta nera. Altrimenti, avrebbe già da tempo cambiato strategia.
Voi, però, che siete lettori fortunati, avete la possibilità di curiosare nella mente della Gatta ittica, cogliendo i pensieri che le venivano ad ogni zampettare in quel viottolo.
Essendo allergica alle pesche e alle prugne, la Gatta Ittica cercava di passare davanti alla ciotola suddetta il più velocemente possibile, per non sentirne nemmeno l’odore. Tutte le mattine, quando si trovava puntualmente davanti quella frutta tanto sgradita, era costretta a trattenere il fiato, senza riuscire neppure a salutare quel gatto nero che vedeva sempre seduto vicino alla ciotola. Se non ci fossero state quelle fastidiosissime pesche, o quelle prugne, si sarebbe volentieri fermata a fare conoscenza. Tanto più, visto che gli ispirava molta simpatia…
Il problema era soltanto quella ciotola di frutta! Non riusciva a capire come mai i padroni di casa avessero l’abitudine di lasciarla fuori dalla porta, come se fosse lì ad aspettare qualcuno.
Da questi pochi cenni, capite bene come il povero Gatto Nerone stesse sbagliando completamente strategia: continuando a offrirle frutti che non poteva soffrire, la sua amata non si sarebbe mai fermata.
Questa sfortunata storia d’amore sarebbe continuata così all’infinito, se non fosse giunta in aiuto la Risolartista.
Una di quelle mattine, mentre la Gatta Ittica faceva il suo solito passaggio davanti alla porta, anche la Risolartista si trovò a passare di lì, in compagnia del Bassetto Leccino. Quando ebbe visto la curiosa dinamica dell’incontro puntualmente mancato, non poté fare a meno di fermarsi e chiedere spiegazioni.
Il Gatto Nerone non rientrava tra le sue conoscenze feline più approfondite: lo conosceva di vista, ma non ci aveva mai parlato davvero. Dopo tutto, passava in casa sulla seggiola i tre quarti della sua vita; non era così facile incontrarlo in giro!
Non volendo creare problemi, attese che Ittica fosse scomparsa, e poi si avvicinò all’altro gatto nero, chiedendogli spiegazioni. Soprattutto, era interessata a sapere che cosa ci facesse una ciotola di frutta fuori dalla porta. La padrona, per caso, se l’era dimenticata lì?
Il Gatto Nerone, a quella domanda confusa, rispose subito chiarendo la cosa. Era molto convinto che si capisse che quella ciotola di pesche e prugne era lì da offrire a una certa micetta…
La Risolartista fu costretta a disilluderlo. E non solo. Fu anche costretta a confessargli che la Gatta Ittica non poteva vedere né l’uno, né l’altro frutto. Se voleva conquistarla, avrebbe dovuto cambiare completamente strategia…
Immaginatevi lo stupore del micione nero, nello scoprire che tutti i suoi sforzi erano stati peggio che inutili! Si erano rivelati un vero fallimento…
Vedendolo molto sconsolato, l’artista e il Bassetto Leccino gli promisero di aiutarlo a conquistare la sua amata. O, almeno, a provarci con qualche prospettiva di risultato migliore! Il giudizio finale, infatti, sarebbe spettato all’interessata (non si poteva costringere nessuno a innamorarsi); tuttavia, già evitare di offrirle la frutta a cui era allergica sarebbe stato un buon risultato.
Perciò, la Risolartista se ne tornò a casa, assieme all’amico cane, decisa a escogitare qualcosa per il Gatto Nerone.
Considerata la sua timidezza insormontabile, il primo passo verso la “dichiarazione” non poteva essere fatto con un miagolio. Senza dubbio, sul più bello, gli sarebbero mancate le parole anche solo per salutarla. Le precedenti settimane di mutismo erano una prova sufficiente per abbandonare questa (apparentemente) semplice strada. Il Gatto Nerone, poveretto, non aveva neanche il coraggio di salutare la micetta…
Dunque, come già aveva lui stesso provato a fare, il modo per catturare l’attenzione era con un regalo. Un regalo giusto, però. Niente frutta, e nemmeno cose convenzionali.
Ci voleva qualcosa che colpisse il suo cuore di gatta nera.
Pensa e ripensa, l’idea finalmente giunse.
Pesce.
Bisognava puntare sul pesce.
Come avevano fatto a non pensarci prima?! La Gatta Ittica era un’amante di pesce di prima categoria; avrebbe apprezzato qualsiasi cosa ricoperta di squame e dalla coda guizzante.
Trovata la soluzione vincente, bisognava metterla in pratica, adattandola nel modo giusto alle circostanze.
Prima di tutto, occorreva scegliere il tipo di pesce da offrirle come “regalo di conoscenza” (così avevano chiamato ciò che Nerone le avrebbe messo in bella mostra fuori dalla porta).
Visto che il suo pesce preferito era il pesce gatto, veniva voglia di riempire la ciotola della frutta di filettini belli freschi, da metterle sotto il musetto al suo passaggio.
L’idea era buona, ma ben poco attuabile, date le circostanze. Vi ricordo, infatti, che era agosto, e che le temperature, anche alle nove del mattino, erano troppo alte per lasciare filetti di pesce all’aria aperta. In men che non si dica, avrebbero cominciato a puzzare terribilmente, e qualche umano di passaggio avrebbe certo provveduto a farli sparire prima che raggiungessero lo stomaco della destinataria. Meglio non rischiare di interrompere quel delicato momento di conoscenza tra il gatto innamorato e la sua amata…
Piuttosto, si decise alla fine di puntare sul tonno in scatola. Una scatoletta di quel pesce di mare prelibato avrebbe attirato sicuramente l’attenzione della Gatta Ittica.
La decisione fu presa, e la Risolartista accompagnò il Gatto Nerone a fare acquisti in forma di scatole di tonno.
Se l’intenzione originale era quella di comprarne una sola, alla fine, il gatto se ne uscì dal supermercato con una dozzina di confezioni color acqua di lago. Sperando di attirare “molta” attenzione, aveva pensato bene di regalarle “molto” tonno.
Meno male che il tonno in scatola non andava mai a male…
L’indomani mattina, poco dopo colazione, giunse il momento della preparazione dell’incontro romantico quotidiano. Quella volta, però, ad aiutare ci sarebbe stato l’estro della Risolartista, che, durante la notte, aveva pensato a un’altra trovata più che geniale…
Le dodici scatolette di tonno furono impilate accuratamente nella ciotola (…ciotola di fatto inutile, ma che il gatto si era rifiutato di eliminare). Più che un “regalo di conoscenza”, sembrava una torre d’assedio militare; per fortuna Ittica non era tipo da fare molto caso all’estetica…
Fatto ciò, non restava che aspettare.
Un momento: mancava un piccolo dettaglio. Mancava la seconda idea geniale della Risolartista.
Come spiegò rapidamente al Gatto Nerone, aveva organizzato una sorpresa per lui e per Ittica. Sorpresa che avrebbero scoperto entrambi quella sera stessa.
Gli anticipò solamente che, al tramonto, si sarebbe dovuto presentare tutto ben pettinato al porto. E senza ancora aver cenato.
Detto questo, piegò un bigliettino con scritto qualcosa di misterioso, e lo attaccò a una delle scatolette di tonno.
Per voi lettori, giunge nuovamente la possibilità di leggere il pensiero dei personaggi. Questa volta, vi posso raccontare a cosa aveva pensato la Risolartista.
Ebbene, l’idea geniale era di invitare i due gatti a una cenetta romantica in riva al lago, proprio in cima al pontile del porto. In quel modo, avrebbero potuto finalmente fare conoscenza come si doveva, aiutati anche dall’atmosfera. Ci sarebbero state candeline tutt’attorno al tavolo, il tramonto sul Trasimeno sullo sfondo, e filetti di pesce gatto con salsa di pomodori datterini per cena. È risaputo che, tra un boccone e l’altro, le parole escono fuori meglio e molto più spontanee. Approfittando dell’occasione conviviale, c’era la speranza che finalmente Nerone facesse la sua dichiarazione d’amore.
Quando Ittica fece capolino, come al solito, in cima al viottolo, il Gatto Nerone, come al solito, abbandono la sua seggiola della cucina, per posizionarsi su quella accanto alla porta. Questa volta, però, ad attendere la micetta, non c’erano né pesche, né prugne, ma una torre imponente di scatolette di tonno.
Le fu impossibile non fermarsi.
Finalmente, aveva l’occasione di salutare il gattone nero che le sembrava tanto simpatico, e approfittarne per fare conoscenza. Finalmente, non c’era frutta a infastidirla.
Al miagolio di saluto della Gatta Ittica seguì un “tentativo” (mal riuscito) di risposta da parte del gatto innamorato. La timidezza aveva avuto, come previsto, il sopravvento.
Per fortuna, il gesto della sua zampa in direzione delle scatolette di tonno fu abbastanza eloquente, da far capire che erano destinate a lei.
La gatta, non meno imbarazzata di lui per il regalo inaspettato, ringraziò rapidamente, e tentò di infilare tutta quella montagna di tonno nella sua borsa della spesa, già piuttosto piena. Tentativo vano: solamente due scatolette riuscirono a entrare… le altre, le avrebbe prese un altro giorno.
Ancora più imbarazzata di prima, scappò via di filato in direzione del porto, lasciando Nerone con le rimanenti dieci scatolette.
La Risolartista tirò un sospiro di sollievo: una delle due prese dalla gatta era quella con il bigliettino misterioso…
Quella sera stessa, al porto, i due gatti neri si presentarono puntualissimi all’appuntamento. Entrambi pettinati di tutto punto, entrambi profumati con essenza di baccalà mantecato (una fragranza tipicamente felina).
Tentare di descrivere la loro sorpresa nel ritrovarsi faccia a faccia, soli, e sul pontile al tramonto, è impossibile. È qualcosa che solo un’animo felino è capace di provare.
Tuttavia, possiamo indovinare quanto successe poco dopo, non appena ebbero capito di essere stati invitati a cena (chissà da chi…) in riva al lago.
I filetti di pesce gatto ebbero il loro effetto magico nello sciogliere le lingue intimidite dei due gatti neri. Dopo i primi bocconcini silenziosi, i miagolii cominciarono a liberarsi dalla piccola tavola apparecchiata per due in cima al pontile.
Miagolii di apprezzamento per l’ottimo lavoro dello chef.
Miagolii di commento per l’atmosfera fiabesca di quel tramonto vermiglio.
Miagolii, che solo due cuori di gatti neri innamorati erano in grado di sentire…
Lascia un commento