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Reperti etruschi e Opere contemporanee della Fondazione Rovati

Arte Contemporanea

Vaso di terracotta – P. Picasso
Intorno agli anni ’50, Picasso scoprì il fascino del piccolo borgo marittimo di Vallauris, situato nel cuore della Provenza costiera. Lì, trovato uno studiolo adatto, e un pied à terre che gli si confaceva, decise di trasferirsi a lavorare assieme alla sua compagna Françoise. Fu quello il teatro della sua fitta produzione di ceramiche e terrecotte artistiche ispirate all’antichità.
Come egli stesso sosteneva, la ceramica sa essere una fonte inesauribile di suggestioni, variazione ed esperimenti. Partendo dalla riscoperta delle antiche tradizioni iberiche, Picasso cominciò a guardare al passato lontano, lasciando ispirare dalle forme primitive. Tra queste, figuravano anche quelle etrusche. 
L’incontro con l’arte dei Tirreni (o Etruschi) avvenne probabilmente tra le sale del museo archeologico romano di Villa Giulia, arricchito dagli allora recenti reperti di scavo. Prendendo spunto dai vasi di manifattura greca ritrovati nelle tombe, ad accompagnare il viaggio nell’aldilà, Picasso ne riprodusse le sue versioni contemporanee. 
Un esempio chiave è questa tazza, che immortala proprio un tipico banchetto etrusco, dipinto su tutta la superficie dell’oggetto, come avveniva con i vasi greci. Da un lato, si nota una prima figura femminile, che regge forse un kantharos (coppa), resa a figure nere su fondo rosso. Dall’altro, una seconda fanciulla spicca sul nero, creando un gioco di contrasti cromatici con la compagna. La loro posizione, distesa su un fianco, è un ulteriore rimando alla tradizione etrusca: alle sculture dei proprietari che sormontavano rispettive urne tombali. 

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