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L'ingresso verde del Centro dell'Incisione, Alzaia Naviglio Grande, Milano, 2024. Photo © Emma Sedini

Sui Navigli di Milano c’è da 50 anni un laboratorio d’incisione nascosto in un cortile verde

In aggiunta al quartiere di Brera, Milano ha una seconda Montmartre, forse ancora più caratteristica. Si tratta dei Navigli, e in particolare della sponda di destra – con il Duomo alle spalle – del Naviglio Grande. Se un po’ tutto il quartiere è pervaso da un’atmosfera pittoresca, in cui gli artisti (più o meno dotati) mettono in bella mostra i loro lavori, c’è un posto particolarmente speciale. Magico, in cui l’orologio è fermo al 1975. È in quell’anno che Gigi Pedroli inaugurò il Centro dell’Incisione: atelier, scuola, e spazio espositivo, tutto dedicato a questa tecnica. Nato come punto di ritrovo per un gruppo di amici artisti, è sopravvissuto agli anni e alle trasformazioni del quartiere. Ha visto il Naviglio Grande passare dall’essere la terra della gioventù bruciata e degli spacciatori – dove nessuno voleva andare – a una delle dodici strade più belle d’Europa secondo il NY Times

Il Centro dell'Incisione, Alzaia Naviglio Grande, Milano, 2024. Photo © Emma Sedini
Il Centro dell’Incisione, Alzaia Naviglio Grande, Milano, 2024. Photo © Emma Sedini

I Navigli: da quartiere malfamato a Montmartre di Milano

Prima di raccontare la storia del Centro dell’Incisione, un po’ di contesto. Siamo nel Secondo Dopoguerra, quando i Navigli erano ancora il tredicesimo porto nazionale. Poi, nel 1979, l’ultimo carico sbarcò alla Darsena, che fu poi dismessa e abbandonata. Qualche anno di atmosfera naïf e di artisti attirati dagli affitti bassi, e poi la situazione degenerò. Droga, spacciatori, e gioventù bruciata appesa ai parapetti delle case cadenti. I Milanesi stavano alla larga; di turisti neanche l’ombra. 
Questi era il difficile contorno in cui Gigi Pedroli e il suo gruppo di artisti si ritrovarono all’inizio. Attirare visitatori e clienti non era facile… ma gli sforzi furono poi premiati. Il motore della rinascita dei Navigli furono loro: gli artisti.Chi ebbe l’idea del Mercato dell’Antiquariato famoso a livello internazionale? Loro. Chi accese le prime file di lucine colorate sui canali? Ancora loro. E così si è arrivati a riaprire la Darsena per Expo, e alle menzioni del NY Times. 

Palazzo Galloni: la sede del Centro dell’Incisione

Al civico 66 dell’Alzaia Naviglio Grande, sorge Palazzo Galloni. Si tratta di un complesso sorto agli inizi del Seicento, di proprietà dell’omonima famiglia di commercianti. A quei tempi, l’area attorno al Palazzo stava diventando piuttosto interessante in termini mercantili. I corsi d’acqua milanesi erano sempre più utilizzati come via di scambio, tanto che sorse – e si concretizzò – l’idea di crearvi un porto vero e proprio. Così nacque la Darsena… e a pochi passi Palazzo Galloni. 
Ai tempi della costruzione, ce lo si deve immaginare un po’ diverso da come lo si vede oggi. Era infatti preceduto da un portico a cinque arcate – oggi ridotto a un’unica apertura che fa da ingresso del Centro – con funzione di deposito merci. E, poi, non era certo coperto dalla vegetazione: tutto il verde deriva da due piantine di vite del Canada, portate lì da Pedroli negli Anni Settanta, e cresciute nel tempo in modo esponenziale.

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