Era un venerdì di inizio luglio, e la Risolartista gironzolava al Mercato dei contadini, tra i banchetti pieni di delizie estive. C’erano profumi e colori di ogni genere; a impedirle di gustare a pieno quello spettacolo, però, c’era un gomitolo di pensieri che non riusciva a sciogliere.
Pensava e ripensava, ma niente: non riusciva a trovare la soluzione adatta a concludere il suo progetto di lavoro. E, per una volta, era una cosa proprio seria. Si trattava giusto di un compito importante che le era stato assegnato dai suoi “superiori” (era ancora nel mezzo del suo stage da aspirante Social Media Manager), e che doveva concludere entro il fine settimana…
Mettendo un attimo in pausa il cricetino che le lavorava in testa, l’artista non poté fare a meno di notare una curiosa novità.
..una montagna di mirtilli.
Si trattava di un banchetto non nuovo al Mercato del venerdì, ma mai troppo considerato durante i giri passati. Quel giorno, però, valeva la pena di fare nuove conoscenze!
Fu così che la Risolartista (e il Bassotto Artemisio, al suo fianco come sempre) scoprì le opere d’arte di frutta del Banchiere. Proprio di un banchiere si trattava: The Banker’s Jam diceva ogni etichetta che avvolgeva i barattoli di vetro lì esposti.
Da quanto venne a sapere dall’allegra venditrice, erano tutti prodotti naturali realizzati da un giovane imprenditore che, dopo aver lavorato con le banche londinesi, si era dato alla frutta. Il banchiere era tornato alla terra, alla sua terra brianzola, in cui aveva messo su una fiorente coltivazione di frutti di bosco, con cui creava ormai da anni le sue composte. Composte specialissime: fatte solo con frutti locali, e miele. Niente di più.
La Risolartista era molto curiosa di assaggiare una di quelle deliziose composte: se erano fatte da un banchiere, magari l’avrebbero ispirata per risolvere il suo problema di lavoro. Chissà che l’infusione di conoscenza (in formato marmellata) di un businessman trasformatosi in agricoltore non potesse esserle d’aiuto!
Provare non costava nulla. Provare anche i mirtilli freschi, che quel giorno svettavano accanto ai barattoli, nemmeno.
Dunque, la ragazzina e il suo bassotto se ne tornarono a casa con uno scrigno (chiamarla vaschetta era riduttivo) pieno di mirtilli appena colti, e con un barattolo di composta… di mirtilli. Giusto per rimanere in tema!
La mattina dopo, all’ora del risolatte, la Risolartista fece comparire sulla tavola i suoi acquisti al sapore di mirtillo. Prima di affrontare il problema lavorativo, era bene cominciare la giornata con la giusta carica di colori. Tanto più che, dopo aver rimuginato per tutta la notte, era ancora piuttosto assonnata.
Un cucchiaio di composta, e due di mirtilli interi. Cannella, polline, e…
Avrebbe dovuto mescolare ben bene il suo risolatte, invece si assopì accanto alla ciotola. Colpa di quel colore vellutato, tra il blu e il violetto, che aveva cominciato a dipingere la sua tela di latte e riso ancora in preparazione. Dopo le prime rimestate, le sfumature avevano avuto la meglio, e, come incantata da queste, l’artista si era immersa nei sogni…
Si ritrovò nel mezzo della campagna brianzola, che non era affatto distante dalla sua città milanese. Erano anni che non la rivedeva: malgrado diversi suoi parenti vivessero lì, le ultime visite a casa loro erano vaghi ricordi. Vaghissimi.
Non era certa sul dove fosse finita… il paesaggio non le era molto familiare. Era giusto giusto accanto a un immenso campo di mirtilli. Mirtilli brianzoli che, purtroppo, non rientravano affatto tra le sue memorie del passato. Non restava che girovagare alla scoperta…
Dopo una decina di minuti di passi tra le piante di mirtillo, si ritrovò in un posticino assai curioso.
Tutto dava l’idea di trovarsi in uno studio di un… banchiere. Eppure, c’era un boschetto a fare da contorno.
Immaginatevi una scrivania, una seggiola, e un’immancabile lampada da tavolo. C’erano persino un computer (uno di quelli da businessman, sottili sottili, e modernissimi), e un blocco di carta con penna per prendere appunti. Mancava solo il banchiere…
C’è da dire, però, che si trattava di un mobilio insolito. Il tavolo era un barattolo gigante di composta di mirtilli (con tanto di etichetta e scritta The Banker’s Jam!), lo sgabello un muffin ai mirtilli, e la lampada… un mirtillo. Un mirtillo con basamento, lampadina a incandescenza, e catenella per accenderla. Doveva anche essere funzionante!
A completare il tutto, c’era un tappeto (non manca mai negli uffici delle banche), e un’atmosfera soffusa che faceva proprio venire voglia di mettersi lì a lavorare.
Intorno non si vedeva nessuno: la sedia-muffin sembrava lì apposta per la Risolartista.
Non restava che sedersi, e fare le veci del businessman assente.
Finalmente ispirata dal profumo di mirtilli, che inevitabilmente avvolgeva tutto lo studio, la ragazzina prese posto, e cominciò a scrivere sui fogli. Aveva un gomitolo di pensieri in mente da sciogliere. Dopo i primi scarabocchi, il discorso prese corpo, e si avviò a una conclusione.
Finito il progetto cartaceo, passò al computer: funzionava anche quello!
In breve tempo, il problema che sembrava irrisolvibile, si sciolse, come fosse stato addolcito dalla presenza dei mirtilli. L’artista era soddisfatta.
Improvvisamente, il risolatte le ricomparve davanti agli occhi. Ancora bianco, ma macchiato dal blu violetto dei mirtilli che aveva cominciato a mescolare. Tutta lo soluzione ai suoi crucci lavorativi era lì, pronta nella sua testa; le sarebbe solo bastato scriverla e realizzarla!
I pensieri, finalmente, si erano riappacificati. Prima di mettersi al lavoro, però, c’era un risolatte che attendeva di essere gustato. Un risolatte degno di un banchiere, con tanto di mirtilli e… composta di mirtilli!
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